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28/05/2011
IL MONDO DEL CICLOCROSS PIANGE ARMANDO ZAMPROGNA

IL MONDO DEL CICLOCROSS PIANGE ARMANDO ZAMPROGNA

Quando una persona cara se ne va, non è mai facile trovare le parole giuste per ricordarlo. Ogni frase, aggettivo e pensiero non è sufficiente a spiegare quello che abbiamo nel cuore. A volte allora parlano i gesti. Parlano le cose concrete. Parla il silenzio e la commozione, di un mondo, quello del ciclismo che si stringe in cerchio e si fa forza. Parla la commozione, forte, di una frangia di questo mondo: ultimamente bistrattato e che perde il “Maestro” per eccellenza, il cuore di questa disciplina. Con la perdita di Armando Zamprogna il ciclocross perde una parte del suo cuore. I ciclocrossisti perdono un papà. L'ho visto sempre così Armando- lo conosco da tanti anni- il papà di noi crossisti. Perchè nonostante a primo impatto per chi non lo conoscesse poteva sembrare burbero, dietro invece- come nella maggior parte degli uomini che provengono dal “Fango”- si nascondeva un cuore immenso, buono, che si è sempre adoperato – anche quando la malattia rendeva tutto più difficile- per il ciclocross. Ricordo come se fosse ieri la gara di Mussolente di qualche mese fa: pioveva a dirotto, faceva freddo, eppure Armando era lì, con tutti noi, ad incitarci e a farci forza. Il fango, la neve, il caldo: non c'era periodo dell'anno che gli impediva di essere promotore, organizzatore, tifoso, sempre presente, nascosto agli occhi del grande pubblico, sull'immancabile pulmino, meta ad ogni gara, dei “suoi corridori” che lo andavano a trovare per un consiglio o un semplice saluto.
Personalmente ho tanti ricordi con Armando: sarebbe difficile raccontarli tutti, l'unica cosa che posso dire è che in questi anni ho imparato tanto da lui, anche la sua presenza silenziosa a volte era un insegnamento. Giorni fa ho trovato, rovistando tra vecchie riviste, un articolo di “ Triveneto In Bici” (storico giornale degli anni '90) datato 1996, con un'intervista senza peli sulla lingua di Armando. Premesso e promesso che cercherò di trascriverla qui per voi, una cosa mi ha colpito: in quel periodo il ciclocross cominciava ad entrare in competizione con la mtb, perdeva gare, pubblico e atleti. Armando, che ha sempre palesato un amore per il ciclocross immenso, incommensurabile, difendeva a spada tratta la disciplina, cercando novità, dando spunti positivi per la crescita del movimento. Voglio proprio partire da qui, da questo articolo: era il 1996..dieci anni dopo, o poco meno, saliva alla ribalta mondiale Enrico Franzoi, dopo Grego, Pontoni e tutti gli altri ...Dieci anni dopo, grazie alla forza, al modo di fare di Armando, al suo spirito propositivo e al suo amore per il ciclocross. Ecco, oggi il ciclocross piange e perde un pezzo unico della sua anima. Ma oggi il ciclocross parte da tutto quello che questo lavoratore infaticabile ha fatto nonostante tutto, nonostante i problemi che ha trovato per strada. Parte da questo e ha IL DOVERE di non dimenticare. Ha il DOVERE di andare avanti e di lottare come Armando Zamprogna ci ha sempre insegnato. Il ciclocross DEVE tornare la disciplina nobile che è sempre stata, sarebbe il più bel regalo che questa disciplina può fare al suo papà. Grazie Armando per quello che ci hai dato. Buon riposo.

Ilenia Lazzaro