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26/05/2010
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OPINION GIRO: La Legge delle Montagne

Tantissima gente sulle vette più belle del nordest, il nostro diario dal Monte Grappa, Zoncolan e Plan De Corones

Nonostante bistrattino questo nostro sport, cerchino di ammazzarlo con critiche, scandali più o meno grossi ecc…il ciclismo rimane spettacolo unico. Il ciclismo è amato dalla gente. Non c’è dubbio. Spettatori di qualsiasi età, arrivati da chissà dove sopra le nostre più belle montagne: dal Monte Grappa veneto, allo Zoncolan friulano, al Plan De Corones alto atesino. Questo è il nostro sport, quello che molto spesso alcuni giornalisti snobbano. Ma come possiamo snobbare le migliaia di persone che c’erano ad Asolo? E quelle che per ore hanno atteso sopra lo Zoncolan o oggi, sotto il sole cocente lungo i tornanti del Plan De Corones? Gente salita con pazienza a piedi, fin dalle prime ore del mattino, o con biciclette più o meno tecnologiche, anziani, bambini, ragazzi, adulti…gente stesa sui prati, che con pazienza attende, chi giocando a carte, chi mangiando e bevendo, chi raccontando storie epiche su questo mondo. Il pubblico del ciclismo. Ordinato, educato, al suo posto. Che incita il primo… e l’ultimo. Di questi ultimi 4 giorni, seguiti da vicino, alcune cose mi sono rimaste impresse, al di là della mera cronaca sportiva.
Asolo ha accolto il grande pubblico veneto come solo lui sa fare: eventi collaterali al top, vetrine rosa vestite a festa e la consapevolezza che nella nostra regione il Giro fa da apice a tutta una serie di eventi che – nell’arco di tutta la stagione- coprono il ciclismo a 360°. Chiusa la parentesi rosa, appuntamento tra meno di un mese per la Settimana Tricolore su strada e l’Europeo marathon di MTB.
Il Friuli e la montagna più dura d’Italia, lo Zoncolan, hanno esaltato il grande lavoro di Enzo Cainero e di tutto il suo staff: si sa che i friulani son gente umile, che lavora a testa china e difficilmente si loda; ma questa volta un complimento lo voglio fare, perché lo spettacolo delle decine di volontari, alpini e protezione civile dopo le gallerie del “terribile” hanno lasciato tutti a bocca aperta. Come le 150000 presenze lungo questo anfiteatro naturale. Un peccato non esserci stati.
Dell’Alto Adige e della zona del Plan de Corones che dire? Siamo stati accolti come questa gente, abituata al grande turismo invernale sa fare. Strade in ottimo stato, prati tagliati a filo d’erba..una cartolina vivente. E poi il Plan, all’inizio così primaverile, poi, tornante dopo tornante sempre più aspro: e sopra, tra una folla di gente, ancora la neve, a ricordare che lì si superano i 2000 mt e che i corridori un po’ eroi, a salirci fino a lassù, lo son stati.
E domani si riparte…perché le montagne non sono ancora finite.
Il Giro continua, con la sua gente, il suo pubblico, la sua storia. Alla grande.

(Ilenia Lazzaro)

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